sabato 24 gennaio 2009

Il cambiamento che non c'è stato

Per ragioni professionali, direi, ma anche di impegno civile seguo, ora solo sui giornali locali, l'attività politica cittadina da diverso tempo. Come lei sa ho svolto per qualche tempo, saltuariamente, il ruolo di commentatore sui giornali. Un commentatore "di parte", in qualche modo, come è noto a molti in città. Ho 43 anni, provengo da una famiglia che ha avuto a che fare con la politica per diversi anni, fin da quando mio nonno si impegnò nella Resistenza, io stesso insegno materie politiche in Università.
Ebbene, non mi ricordo - e non ho memoria - di aver assistito ad un arretramento dell'attività e della proposta politica del centro-sinistra in città, come si vive oggi in questo tempo.
Lo scrivo senza enfasi, o nostalgia per il tempo passato, atteggiamento questo che non mi appartiene, ma per un'imbarazzante constatazione quotidiana di quello che sta avvenendo anche a livello nazionale.
Il Partito democratico e gli altri partiti del centro-sinistra bresciano hanno sperperato anche quell'ultima piccola porzione di patrimonio umano e politico, di intelligenze, che forse era rimasta anche nella nostra realtà.
Del resto, era abbastanza prevedibile. Quando i partiti bresciani del centro-sinistra, soprattutto quello democratico sono governati dalle stesse oligarchie da quasi vent'anni, oppure quando il partito che regge l'Amministrazione cittadina, compresi coloro che ricoprono le cariche in comune al più alto grado, non si occupa di costruire dei gruppi dirigenti, ma di costruire gruppi ristretti, appunto oligarchie, oppure quando il fare politica si limita ai conflitti tra i dirigenti e, bene che vada, alle continue polemiche del segretario di partito sui giornali, alla fine qualcosa succede; o forse no.
Il silenzio della cosiddetta "intellighenzia" bresciana certo non è incoraggiante, così come non lo è il silenzio di quei tanti militanti, il patrimonio, appunto, che ormai inermi nei confronti delle oligarchie lascia che queste decidano, come stanno facendo, o come stanno tentando di fare, di distruggere in maniera decisiva anche la ormai piccola eredità depositata nel tempo. Quale spazio si è dato alle giovani generazioni, quale spazio si è dato a tutti quei giovani, e anche meno giovani, che dagli anni novanta in poi hanno provato a dedicarsi, senza riserve, all'impegno politico e che sono stati allontanati. La politica è anche il ricambio dei gruppi dirigenti dei partiti ed anche saper rassegnare le dimissioni quando si perde, e a Brescia si è perso in modo drammatico. Ma, come è noto, l'"oligarchia" se è oligarchia, non può dimettersi da sé stessa e quindi "minimizza", "resta coperta", non si espone, poi, passata la buriana, si ripresenta e continua come se niente (quasi niente) fosse, pronta per legittimarsi di nuovo alla guida del partito.
Scrivo cose sgradevoli, probabilmente sì, ma è sgradevole ormai - e non è solo il caso bresciano, ma è certamente nazionale - l'atteggiamento dei dirigenti del Partito democratico, il loro modo di agire i loro scialbi interventi, il loro sentirsi colonnelli o generali di truppe che non ci sono più, la loro politica minimalista. Altro che "democratici". La democrazia si vede anche nelle forme di organizzazione del partito e non bastano le primarie, altro che il richiamo ad Obama o alle tradizioni politiche degli Stati Uniti, che mi sembra non conoscano affatto.
Il mio non è uno sfogo, come forse può sembrare, così come non è un invito alla mobilitazione dal basso verso l'alto, ci mancherebbe, ma è semplicemente una constatazione di una persona professionalmente interessata a questi problemi, che non rinuncia a criticare una situazione drammatica che dovrebbe chiamare in causa l'operato discutibile di molti dei dirigenti politici del Centrosinistra bresciano.
Certamente anche stavolta coloro che si sentiranno aggrediti dopo la lettura di questa lettera alzeranno le spalle e penseranno al solito intellettualucolo che vuol darsi arie, chiuderanno il giornale e serenamente andranno alla riunione di partito per prepararsi alle prossime elezioni provinciali o a Roma alla riunione del Parlamento.

Leonida Tedoldi
Cittadino bresciano
Docente dell'Università degli studi di Verona

giovedì 15 gennaio 2009

Grazie, Campagna!

Ieri sera si è svolto alla "Locanda di Campagna" l'incontro pubblico tra il Circolo del Partito Democratico di Lonato ed i nostri concittadini (di Campagna e non).

La serata è stata gestita egregiamente da Stefano Pirola (Portavoce PD) e da Chiara Belotti (Viceportavoce PD), con la gradita presenza di tutti gli organi e di tutti i consiglieri comunali del PD lonatese, di Louise Bonzoni (responsabile provinciale PD-Comunicazione), dei consiglieri di opposizione Giovanni Contiero (Lista per Lonato) e Michela Magagnotti (Indipendente).
Dopo la proiezione di alcune diapositive che descrivevano il perchè della nostra contrarietà alla lotizzazione della Salera, si è discusso sulle possibili alternative soprattutto per risolvere l'annoso problema del traffico di passaggio dalla frazione Campagna.
Il dibattito, che è stato arricchito anche dagli interventi del consigliere di quartiere Bianchini oltre che dal sempre ottimo lonatese Claudio Zanelli, è risultato acceso e propositivo, senza mai lasciare spazio alle offese personali e alla maleducazione; una buona prova di democrazia e di rispetto messa in campo da tutti i lonatesi presenti, alla faccia dell'Amministrazione Comunale che la sera prima non ha avuto che di meglio da fare che insultare tutti coloro che mostravano perplessità al Piano di Lottizzazione già approvato a colpi di maggioranza lo scorso Novembre senza sentire la voce dei cittadini.

L'inattesa numerosa presenza dei Cittadini di Campagna, della Salera e di Lonato in generale, ci spingono a continuare la nostra azione su questo fronte, anche insieme alle altre forze di minoranza.
Per adesso, però, vogliamo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno partecipato all'incontro pubblico, sperando di poter realizzare le medesime proposte gli uni al fianco agli altri.
Grazie, Campagna!

domenica 11 gennaio 2009

Incontro pubblico a Campagna

QUALE FUTURO PER CAMPAGNA E SALERA
DOPO L'APPROVAZIONE
DEL PIANO DI LOTTIZZAZIONE
DA PARTE DELLA GIUNTA BOCCHIO
E DEL CONSIGLIO COMUNALE?
INCONTRO PUBBLICO:
Mercoledì 14 gennaio 2009
ore 20:30
"La Locanda di Campagna"
Circolo del Partito Democratico di Lonato d/G

venerdì 2 gennaio 2009

Inaugurazione piazza Matteotti

Lunedì 29 dicembre è stata inaugurata la nuova piazza Matteotti di Lonato. Nuova in quanto la piazza si presenta con illuminazione e pavimentazione rifatte: tutto qui.

Il risultato è indubbiamente positivo e non criticabile, ma l’evento è significativo solo per l’Amministrazione Comunale in carica che, con questo lavoretto portato a termine in men che non si dica, crede di aver dato avvio alla riqualifica di tutto il centro storico lonatese.

In verità il recupero del centro storico è iniziato ancora parecchi anni fa sia per iniziativa di privati che hanno ristrutturato parecchi immobili grazie alla bolla speculativa immobilare, sia per iniziativa delle amministrazioni Mantovani e Perini che hanno sistemato i palazzi comunali ed avviato il rifacimento delle pavimentazioni di vie e piazze. Il quartiere della Cittadella è stato il primo sul quale si è intervenuti nel 2003 e ad inizio 2005 era già finanziato e pronto ad andare in appalto l’intervento di sistemazione di Piazza Matteotti. Con il cambio di Amministrazione tutto si è fermato e ci sono voluti più di tre anni per far ripartire i lavori che sono stati realizzati in modo non dissimile da quanto previsto nel 2005. Le differenze più evidenti sono nella pavimentazione in cubetti di porfido anziché in lastre di pietra e nella scelta di non includere nell’intervento anche la sistemazione del tratto di Via Repubblica prospiciente la piazza e che, in realtà, costituisce un tutt’uno con la piazza stessa.

Sul motivo che ha spinto l’assessore ai Lavori Pubblici Monica Zilioli a rifare il progetto nulla è dato sapere, ma sappiamo bene che questa sua scelta ha portato allo “splendido” risultato di un progetto pagato due volte e di un ritardo di tre anni per un risultato pressochè identico.

Ancora una volta viene alla luce una gestione dei soldi pubblici allegra e disinvolta da parte dell’Amministrazione Comunale e, come se non bastasse, si ripresenta ancora una volta l’effetto nefando della continua intromissione della politica sulla gestione della macchina comunale che, invece, dovrebbe essere lasciata ai dirigenti: i tre anni di ritardo sono dovuti alla incomprensibile decisione politica di rifare il progetto e poi di voler finanziare l’opera con il metodo del leasing.

Tutte scelte pasticciate.

Gruppo consiliare comunale "Pd Vivi Lonato"